Questo blog contiene un breve racconto di un trekking fatto nel Marzo del 2014 in Marocco. Il trekking era organizzato da un'agenzia francese Visage che si è rivelata affidabile e bene organizzata.
La scelta è stata dettata da alcune esperienze precedenti con agenzie francesi e dal fatto che vendono il pacchetto senza volo e c'è un volo Low Cost da Pisa a Marrakech.
La scelta è stata dettata da alcune esperienze precedenti con agenzie francesi e dal fatto che vendono il pacchetto senza volo e c'è un volo Low Cost da Pisa a Marrakech.
8 marzo 2014.
Solita lunga e faticosa partenza fra taxi, autobus, voli e spostamenti vari, ma, senza particolari intoppi, arrivo a Marrakech nell'albergo che mi è stato prenotato. Ho solo una mezza giornata per visitare la città e l'alzataccia all'alba certo non aiuta. Girello, la città mi piace, visito le cose più turistiche e mi concedo una buona cena in un ottimo ristorante, il Libzar. Il posto è estremamente accogliente e mi mangio un ottimo tajine e sono così carini che accendono il fuoco nel caminetto dato che fuori ci sono solo 21/22 gradi ! A letto presto, domani si inizia.
9 marzo 2014.
La giornata inizia presto con una lunga e prolungata doccia dato che non è sicuro quando sarà possible fare la prossima, mi godo la sensazione dell'acqua che scorre sul mio corpo; scendo a fare un ottima colazione con delle crepes, pane fresco e succhi di arancia e pompelmo appena spremuti. Metto le ultime cosa nel borsone e decido cosa lasciare il albergo e sono pronto.
Scendo a conoscere i miei compagni di viaggio, sono quattro, miei coetanei una coppia ed un altro uomo, conosco anche la guida, Omar.
II viaggio di avvicinamento al deserto è lungo, partiamo alle 8:30 con destinazione Ouzarzate a 150 km di distante ma con l'alto Atlante da attraversare con passo di Tizi n'Tichka (valico dei pascoli) di 2260 m.s.l.m. ,
la strada è una strada di montagna con un buon asfalto ma tante curve ma il bus su cui siamo è confortevole ed è interrotta da una sosta in un bar dove noi prendiamo un the e gli altri pane e frittata.
Un bell'episodio lungo la strada, il nostro autista vede due sacchi colmi che sono caduti a qualcuno lungo la strada e si precipita a recuperarli facendo marcia indietro; sono due sacchi di farina da 25 e 50 kg, chiaramente sono un bottino prezioso e scherziamo sulle crepes che ci possiamo fare durante il viaggio. Dopo un po' sulla strada troviamo un pick-up fermo con l'autista intento a sistemare i sacchi di farina, probabilmente disperato per pa perdita; i nostri si fermano immediatamente per ridargli i sacchi e lo aiutano a caricarlo, sono contenti di avere ritrovato il proprietario e di avergli restituito quello che ha perduto perché sono coscienti del valore che aveva per lui. Siamo a Ouzarzate famosa fra l'altro per gli studi cinematografici, Atlas Studios, che sono un'imponente ed improbabile costruzione di stile egizio nel deserto
dove vengono prodotti numerosi film, fra i quali i famosi Lawrence d'Arabia e Il tè nel deserto ! Pranziamo e scopriamo che dobbiamo fare ancora 170 km. lungo la valle del Dra, che è il fiume più importante e lungo (1100 km.) del Marocco, il paesaggio è molto bello
ma passeremo la giornata in auto. Breve sosta a Tazzarine per gli ultimi acquisti da parte del cuoco mentre noi compriamo acqua minerale per i prossimi giorni, siamo molto fortunati, siamo ai margini del Sahara ma piove ! Evento alquanto inusuale da queste parti. Nel programma era prevista una breve camminata ma continuiamo col bus fino al punto dove dormiremo questa notte anche perché siamo stracarichi di cibo, acqua, zaini e suppellettili varie. La prima notte dormiamo fra le Dune di Serdar dopo esserci montati la tenda,
la prima volta sono abbastanza imbranato ma col tempo migliorerò! Questa sera abbiamo dei vicini che possiamo vedere dall'alto della duna (le nostre sono le tendine rosse). Il cielo è ancora un po' nuvoloso per la pioggia di prima ma ci tocca lo stesso un gran tramonto
10 marzo 2014.
Sveglia alla 6:30 un po' per vedere l'alba un po' perché andando a letto prestissimo dopo una certa ora è difficile continuare a restare stesi in tenda. L'atmosfera è bella e i colori anche, facciamo un'ottima colazione e partiamo finalmente a piedi. "Scaliamo" una collina di pietre laviche, piene di fossili di diversi tipi e dall'alto possiamo ammirare il deserto che non è proprio deserto. Scendiamo dall'altra parte andando verso una cava di marmo e poi verso un pozzo che alimenta un canale sotterraneo che serve ad irrigare degli orti, camminando fra acacie e tamarindi. Davanti a noi un deserto piatto e sabbioso dove, fra i sassi, spuntano dei ciuffi verdi forse grazie anche alla pioggia di ieri. Ci fermiamo sotto una grande acacia per mangiare due noccioline e qualche altra cosa e per riposarci un attimo. Il ritmo di marcia è molto diverso da quello in montagna, camminiamo velocemente e con poche soste. Ripartiamo verso il punto di incontro con Omar, il cuoco, ed il dromedario cucina, che trasporta tutti i viveri e le cose necessarie a preparare il pranzo. Della stuoie stese sotto un albero ci attendono, mangiamo farfalle alla berbera e crudités varie con sgombro in scatola, dopo di che ci stendiamo per un meritato riposo; questa mattina abbiamo camminato 4 ore. Ci restano altre due ore di cammino per superare delle dune e poi un deserto duro e sassoso fino a delle altre dune dove campeggiamo, sulle sfondo delle montagne che ricordano quelle dell'Arizona e dove sono stati girati diversi film western.
11 marzo 2014.
Notte passata dormendo poco, il vento ha soffiato forte e la tenda, forse non fissata perfettamente, sbatteva, il posto dove abbiamo campeggiato è splendido fra delle dune meravigliose, i francesi che erano nostri vicini ieri sera lo sono ancora, le nostre strade divergeranno oggi. Mi sveglio spesso e una volta mi sembra di udire il rumore di una moto, forse è un sogno, ma la mattina andando "in bagno" vedo le tracce delle gomme di una moto, è passata davvero ! La coppia francese racconta le mille disavventure che hanno dovuto affrontare, ogni viaggio è quasi dovuto essere interrotto a causa di un qualche disastro, temporali apocalittici, alluvioni, nevicate, loro raccontano felici della loro capacità di affrontare tutto a me sembrano che gufino un po' ed oggi, in base alle previsioni, sarà la giornata peggiore. Colazione e alle 8:00 ci incamminiamo in direzione est, che non sarebbe la nostra direzione di oggi ma vogliamo percorrere le dune, il paesaggio è splendido, magico, il vento solleva la sabbia più fine che scorre raso terra, sembra liquida, mi sembra di camminare in un sogno. Le dune sembrano onde increspate dal vento. Io sono vestito tipo bandito con fazzoletto sul naso ma prima di partire bisognerebbe comprare uno dei turbanti che loro usano che ha una falda per coprirsi il viso.
Dopo questo giro sulle dune ci incamminiamo risalendo un altopiano di sassi e scopro che
Il tempo è decisamente migliorato anche se in lontananza vediamo zone dove sta piovendo. Sono stanco e per fortuna ci fermiamo per il pranzo ma prima del primo boccone una folta di vento ci "condisce" il pranzo di quello che scherzosamente chiamano spezie marocchine, è sabbia è il pranzo continuerà a scricchiolare fino alla fine. Ci stendiamo per riposare ma dopo poco si alza una tempesta (per noi) di vento e sabbio che sembra non disturbare Omar (il cuoco) e Karim (la guida) che se la dormono alla grande.Mi metto addosso tutto quello che trovo nello zaino e mi stendo a riposare. Quando anche loro si svegliano riprendiamo il cammino e arriviamo alla nostra zona di sosta vicino al villaggio di Amrad (Acacia in berbero). Montiamo le tende, ceniamo e poi andiamo a letto, metto la sveglia alle 6:30 e il cellulare mi comunica che mancano 10 ore e 2 minuti, sarà una lunga notte !
12 marzo 2014.
MI sveglio, stamani è freddo, confido in un po' sole che ci scaldi ma quello che c'è non basta. Per la prima volta facciamo colazione al coperto, in una tenda che di solito utilizziamo per la cena quando è decisamente più fresco, ma questa mattina ci vuole e ci attardiamo a chiacchierare in attesa che sia tutto pronto, ma devono smontare anche questa e ci prepariamo per la partenza. Per fortuna il vento soffia da est, alle nostre spalle e lo zaino ci ripara dal freddo e la sabbia non ci viene sul viso. Camminiamo in questo deserto arido ma vediamo segni di coltivazioni abbandonate, Karim ci dice che qui prima era quasi tutto coltivato ma molti anni consecutivi di siccità hanno seccato quasi tutti i pozzi, la falda è scesa e solo alcuni dei pozzi più profondi hanno ancora acqua. Ieri sera abbiamo campeggiato proprio accanto ad uno di questi e ci siamo potuto lavare ad acqua invece che a secco come al solito. Dall'estensione dei campi abbandonati doveva essere tutto molto bello, qua e la ci sono ancora egli orti e dei palmeti. Attraversiamo il paese di Amrad dove abitano le poche persone rimaste e che non sono andate in città per sfuggire alla siccità; c'è tutto dalla scuola ad un dispensario medico ad una base militare, Karim ci dice che qui arriva anche internet. Il villaggio è deserto perché oggi è giorno di mercato e tutti sono andati li per comprare o vendere.
Lasciato il paese ci avviamo verso delle montagne che vediamo in lontananza, dovrebbe essere una foresta di acacie ma è una pianura di sassi da cui spuntano numerose acacie non particolarmente verdi; camminiamo veloce un ritmo da camminata in città dovuto all'assenza di pendenza; 4:30 ore di cammino e 10 minuti di sosta ! Arrivo alla sosta del pranzo con un bel mal di gambe, l'ultimo tratto è splendido, risaliamo la gola di un Oued (Wadi) ricca di vegetazione e ci fermiamo fra palme e tamarindi. Lungo la gola passa anche una strada sterrata lungo la quale passano moto, qualche 4x4 di turisti ed un camion carico di persone che tornano dal mercato. Dopo un meritato riposo ripartiamo e raggiungiamo un piccolo villaggio fatto di case di fango, alcune delle quali fortificate (Kasbha) ma in gran parte abbandonate, altre dipinte di un improbabile rosa. Lasciamo il villaggio costeggiando un grande cimitero dove ciascuna tomba ha due pietre: una sulla testa e una sui piedi del defunto. Questa sera arriviamo al luogo del campeggio quasi insieme ai cammellieri e a gran velocità monto la tenda giusto in tempo per godermi la pioggia da dentro la tenda, la fortuna non ci abbandona: la pioggia nel deserto del Sahara ! Con questo tempo ci siamo visti poche albe e pochi tramonti. Ho fatto pochissime fotografie un po' per problemi di pile un po' perché se nel paesaggio c'è una donna allora è meglio non fotografare. Molto diverso dal Marché de la viande sulle nostre spiagge e poi "carne" ... ?
Dopo il solito scroscio di pioggia mi rilasso un po' e per prendermi un po' di the mi infilo nella tenda cucina dove la nostra guida Karim, è disteso e guarda il cuoco Omar con il cammelliere Muhammad (l'altro non so come si chiama) che cucinano. Omar prepara la cena di questa sera mentre Muhammad prepara la pasta del pane che poi chiude in una pentola col suo coperchio ed avvolge il tutto in una sacco nero di plastica per tenerla al caldo e farla lievitare: col mio thé e i biscotti vado nella tenda dove ceniamo a leggere, questa sera il tajin di verdure è decisamente meglio degli spaghetti di ieri sera. Poi mi attendono altre 10 ore di sonno
13 Marzo 2014.
... to be continued :-)
9 marzo 2014.
La giornata inizia presto con una lunga e prolungata doccia dato che non è sicuro quando sarà possible fare la prossima, mi godo la sensazione dell'acqua che scorre sul mio corpo; scendo a fare un ottima colazione con delle crepes, pane fresco e succhi di arancia e pompelmo appena spremuti. Metto le ultime cosa nel borsone e decido cosa lasciare il albergo e sono pronto.
Scendo a conoscere i miei compagni di viaggio, sono quattro, miei coetanei una coppia ed un altro uomo, conosco anche la guida, Omar.
II viaggio di avvicinamento al deserto è lungo, partiamo alle 8:30 con destinazione Ouzarzate a 150 km di distante ma con l'alto Atlante da attraversare con passo di Tizi n'Tichka (valico dei pascoli) di 2260 m.s.l.m. ,
la strada è una strada di montagna con un buon asfalto ma tante curve ma il bus su cui siamo è confortevole ed è interrotta da una sosta in un bar dove noi prendiamo un the e gli altri pane e frittata.
Un bell'episodio lungo la strada, il nostro autista vede due sacchi colmi che sono caduti a qualcuno lungo la strada e si precipita a recuperarli facendo marcia indietro; sono due sacchi di farina da 25 e 50 kg, chiaramente sono un bottino prezioso e scherziamo sulle crepes che ci possiamo fare durante il viaggio. Dopo un po' sulla strada troviamo un pick-up fermo con l'autista intento a sistemare i sacchi di farina, probabilmente disperato per pa perdita; i nostri si fermano immediatamente per ridargli i sacchi e lo aiutano a caricarlo, sono contenti di avere ritrovato il proprietario e di avergli restituito quello che ha perduto perché sono coscienti del valore che aveva per lui. Siamo a Ouzarzate famosa fra l'altro per gli studi cinematografici, Atlas Studios, che sono un'imponente ed improbabile costruzione di stile egizio nel deserto
dove vengono prodotti numerosi film, fra i quali i famosi Lawrence d'Arabia e Il tè nel deserto ! Pranziamo e scopriamo che dobbiamo fare ancora 170 km. lungo la valle del Dra, che è il fiume più importante e lungo (1100 km.) del Marocco, il paesaggio è molto bello
ma passeremo la giornata in auto. Breve sosta a Tazzarine per gli ultimi acquisti da parte del cuoco mentre noi compriamo acqua minerale per i prossimi giorni, siamo molto fortunati, siamo ai margini del Sahara ma piove ! Evento alquanto inusuale da queste parti. Nel programma era prevista una breve camminata ma continuiamo col bus fino al punto dove dormiremo questa notte anche perché siamo stracarichi di cibo, acqua, zaini e suppellettili varie. La prima notte dormiamo fra le Dune di Serdar dopo esserci montati la tenda,
la prima volta sono abbastanza imbranato ma col tempo migliorerò! Questa sera abbiamo dei vicini che possiamo vedere dall'alto della duna (le nostre sono le tendine rosse). Il cielo è ancora un po' nuvoloso per la pioggia di prima ma ci tocca lo stesso un gran tramonto
10 marzo 2014.
Sveglia alla 6:30 un po' per vedere l'alba un po' perché andando a letto prestissimo dopo una certa ora è difficile continuare a restare stesi in tenda. L'atmosfera è bella e i colori anche, facciamo un'ottima colazione e partiamo finalmente a piedi. "Scaliamo" una collina di pietre laviche, piene di fossili di diversi tipi e dall'alto possiamo ammirare il deserto che non è proprio deserto. Scendiamo dall'altra parte andando verso una cava di marmo e poi verso un pozzo che alimenta un canale sotterraneo che serve ad irrigare degli orti, camminando fra acacie e tamarindi. Davanti a noi un deserto piatto e sabbioso dove, fra i sassi, spuntano dei ciuffi verdi forse grazie anche alla pioggia di ieri. Ci fermiamo sotto una grande acacia per mangiare due noccioline e qualche altra cosa e per riposarci un attimo. Il ritmo di marcia è molto diverso da quello in montagna, camminiamo velocemente e con poche soste. Ripartiamo verso il punto di incontro con Omar, il cuoco, ed il dromedario cucina, che trasporta tutti i viveri e le cose necessarie a preparare il pranzo. Della stuoie stese sotto un albero ci attendono, mangiamo farfalle alla berbera e crudités varie con sgombro in scatola, dopo di che ci stendiamo per un meritato riposo; questa mattina abbiamo camminato 4 ore. Ci restano altre due ore di cammino per superare delle dune e poi un deserto duro e sassoso fino a delle altre dune dove campeggiamo, sulle sfondo delle montagne che ricordano quelle dell'Arizona e dove sono stati girati diversi film western.
11 marzo 2014.
Notte passata dormendo poco, il vento ha soffiato forte e la tenda, forse non fissata perfettamente, sbatteva, il posto dove abbiamo campeggiato è splendido fra delle dune meravigliose, i francesi che erano nostri vicini ieri sera lo sono ancora, le nostre strade divergeranno oggi. Mi sveglio spesso e una volta mi sembra di udire il rumore di una moto, forse è un sogno, ma la mattina andando "in bagno" vedo le tracce delle gomme di una moto, è passata davvero ! La coppia francese racconta le mille disavventure che hanno dovuto affrontare, ogni viaggio è quasi dovuto essere interrotto a causa di un qualche disastro, temporali apocalittici, alluvioni, nevicate, loro raccontano felici della loro capacità di affrontare tutto a me sembrano che gufino un po' ed oggi, in base alle previsioni, sarà la giornata peggiore. Colazione e alle 8:00 ci incamminiamo in direzione est, che non sarebbe la nostra direzione di oggi ma vogliamo percorrere le dune, il paesaggio è splendido, magico, il vento solleva la sabbia più fine che scorre raso terra, sembra liquida, mi sembra di camminare in un sogno. Le dune sembrano onde increspate dal vento. Io sono vestito tipo bandito con fazzoletto sul naso ma prima di partire bisognerebbe comprare uno dei turbanti che loro usano che ha una falda per coprirsi il viso.
Dopo questo giro sulle dune ci incamminiamo risalendo un altopiano di sassi e scopro che
ERG = deserto di sabbia e dune mentre REG = deserto di sassilo percorriamo per un po' per poi scendere verso un deserto prima di sabbia e poi piatto cosparso di sassi. Il terreno è duro ma ogni tanto cede rivelando la sabbia sottostante, ogni tanto incrociamo le tracce di qualche 4x4 che ha rotto la crosta rendendo il terreno cedevole, camminare sulla sabbia morbida è faticoso ed evidentemente uso dei muscoli che non sapevo neanche di avere e e che mi dolgono. Quando c'è la crosta dura bisogna camminare come sul ghiaccio con passi piccoli e frequenti senza premere troppo contro il terreno per non sondare la crosta, un passo normale è decisamente più faticoso.
Il tempo è decisamente migliorato anche se in lontananza vediamo zone dove sta piovendo. Sono stanco e per fortuna ci fermiamo per il pranzo ma prima del primo boccone una folta di vento ci "condisce" il pranzo di quello che scherzosamente chiamano spezie marocchine, è sabbia è il pranzo continuerà a scricchiolare fino alla fine. Ci stendiamo per riposare ma dopo poco si alza una tempesta (per noi) di vento e sabbio che sembra non disturbare Omar (il cuoco) e Karim (la guida) che se la dormono alla grande.Mi metto addosso tutto quello che trovo nello zaino e mi stendo a riposare. Quando anche loro si svegliano riprendiamo il cammino e arriviamo alla nostra zona di sosta vicino al villaggio di Amrad (Acacia in berbero). Montiamo le tende, ceniamo e poi andiamo a letto, metto la sveglia alle 6:30 e il cellulare mi comunica che mancano 10 ore e 2 minuti, sarà una lunga notte !
12 marzo 2014.
MI sveglio, stamani è freddo, confido in un po' sole che ci scaldi ma quello che c'è non basta. Per la prima volta facciamo colazione al coperto, in una tenda che di solito utilizziamo per la cena quando è decisamente più fresco, ma questa mattina ci vuole e ci attardiamo a chiacchierare in attesa che sia tutto pronto, ma devono smontare anche questa e ci prepariamo per la partenza. Per fortuna il vento soffia da est, alle nostre spalle e lo zaino ci ripara dal freddo e la sabbia non ci viene sul viso. Camminiamo in questo deserto arido ma vediamo segni di coltivazioni abbandonate, Karim ci dice che qui prima era quasi tutto coltivato ma molti anni consecutivi di siccità hanno seccato quasi tutti i pozzi, la falda è scesa e solo alcuni dei pozzi più profondi hanno ancora acqua. Ieri sera abbiamo campeggiato proprio accanto ad uno di questi e ci siamo potuto lavare ad acqua invece che a secco come al solito. Dall'estensione dei campi abbandonati doveva essere tutto molto bello, qua e la ci sono ancora egli orti e dei palmeti. Attraversiamo il paese di Amrad dove abitano le poche persone rimaste e che non sono andate in città per sfuggire alla siccità; c'è tutto dalla scuola ad un dispensario medico ad una base militare, Karim ci dice che qui arriva anche internet. Il villaggio è deserto perché oggi è giorno di mercato e tutti sono andati li per comprare o vendere.
Lasciato il paese ci avviamo verso delle montagne che vediamo in lontananza, dovrebbe essere una foresta di acacie ma è una pianura di sassi da cui spuntano numerose acacie non particolarmente verdi; camminiamo veloce un ritmo da camminata in città dovuto all'assenza di pendenza; 4:30 ore di cammino e 10 minuti di sosta ! Arrivo alla sosta del pranzo con un bel mal di gambe, l'ultimo tratto è splendido, risaliamo la gola di un Oued (Wadi) ricca di vegetazione e ci fermiamo fra palme e tamarindi. Lungo la gola passa anche una strada sterrata lungo la quale passano moto, qualche 4x4 di turisti ed un camion carico di persone che tornano dal mercato. Dopo un meritato riposo ripartiamo e raggiungiamo un piccolo villaggio fatto di case di fango, alcune delle quali fortificate (Kasbha) ma in gran parte abbandonate, altre dipinte di un improbabile rosa. Lasciamo il villaggio costeggiando un grande cimitero dove ciascuna tomba ha due pietre: una sulla testa e una sui piedi del defunto. Questa sera arriviamo al luogo del campeggio quasi insieme ai cammellieri e a gran velocità monto la tenda giusto in tempo per godermi la pioggia da dentro la tenda, la fortuna non ci abbandona: la pioggia nel deserto del Sahara ! Con questo tempo ci siamo visti poche albe e pochi tramonti. Ho fatto pochissime fotografie un po' per problemi di pile un po' perché se nel paesaggio c'è una donna allora è meglio non fotografare. Molto diverso dal Marché de la viande sulle nostre spiagge e poi "carne" ... ?
In Versilia si racconta la storia di quel tizio che aveva un allevamento Bio di Leoni e la notte rapiva le signore, che vedeva di giorno sulla spiaggia , per nutrire i suoi leoni, Quando lo scoprirono ci fu uno scandalo enorme e gli tolsero immediatamente la certificazione bio per i suoi leoni :-)Incontriamo due famiglie di turisti con delle bimbe, loro camminano a piedi mentre le bimbe, a coppie, sono sedute sui dromedari, l'immagino è molto bella e loro sembrano divertirsi da morire.
Dopo il solito scroscio di pioggia mi rilasso un po' e per prendermi un po' di the mi infilo nella tenda cucina dove la nostra guida Karim, è disteso e guarda il cuoco Omar con il cammelliere Muhammad (l'altro non so come si chiama) che cucinano. Omar prepara la cena di questa sera mentre Muhammad prepara la pasta del pane che poi chiude in una pentola col suo coperchio ed avvolge il tutto in una sacco nero di plastica per tenerla al caldo e farla lievitare: col mio thé e i biscotti vado nella tenda dove ceniamo a leggere, questa sera il tajin di verdure è decisamente meglio degli spaghetti di ieri sera. Poi mi attendono altre 10 ore di sonno
13 Marzo 2014.
... to be continued :-)